Televisioni by Enrico Menduni

Televisioni by Enrico Menduni

autore:Enrico Menduni [Menduni, Enrico ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Farsi un'idea
editore: Il Mulino
pubblicato: 2010-04-14T16:00:00+00:00


5.

Dal servizio al mercato

In diretta via satellite

Negli anni ’60, l’epoca della «corsa allo spazio», la televisione esce dai confini nazionali con l’uso dei satelliti artificiali, che permettono di portare il segnale a grande distanza. Un segnale radio proveniente dalla Terra incontrava il transponder (il ripetitore) del satellite e, come se avesse colpito la sponda di un biliardo, veniva riflesso in un altro punto della superficie terrestre dove una stazione ricevente poteva captarlo.

Il primo satellite intercontinentale fu l’americano Telstar (1962): oggetto di culto, cui fu perfino dedicata una canzone, portata al successo dai Tornados (dodici settimane nella hit parade anche in Italia), Telstar aveva funzioni spiccatamente telefoniche ma poteva trasmettere anche segnali televisivi. Ruotava attorno alla Terra su un’orbita ellittica e poteva svolgere la sua funzione soltanto per una mezz’ora al giorno, quando era visibile contemporaneamente dagli Stati Uniti e dall’Europa; un difetto non da poco. Per eliminare questo limite dal 1964 i satelliti sono geostazionari: posizionati a 36.000 chilometri dalla Terra, girano alla stessa velocità e quindi appaiono fermi, nello stesso punto del cielo, e sono costantemente operativi. Poiché l’area coperta da un satellite geostazionario (footprint) è circa il 40% della superficie terrestre, con tre satelliti a un intervallo di 120° (praticamente, uno sull’oceano Atlantico, uno sul Pacifico e uno sull’oceano Indiano) si può coprire contemporaneamente tutta la Terra, salvo piccole zone intorno ai poli.

Le Olimpiadi di Tokyo (1964) furono il primo avvenimento internazionale trasmesso via satellite. Il primo collegamento in diretta tra l’Europa e il Nord America, via Eurovisione, è del 1965; il primo esperimento di mondovisione è effettuato nel 1967, ma l’evento che segna le dimensioni mondiali della diretta televisiva fu lo sbarco sulla Luna, tra il 20 e il 21 luglio 1969: 28 ore continuative via satellite, con più di 500 milioni di spettatori.

La scarsa potenza dei satelliti richiedeva allora enormi antenne paraboliche (la più grande della stazione italiana del Fucino supera i 27 metri di diametro), dalle forme eleganti e inconsuete, che apparivano come simboli della scienza e del futuro, ma erano in realtà il punto più debole del sistema: l’investimento tecnologico e finanziario era tale che i collegamenti erano accessibili solo ai governi e ai grandi enti televisivi.



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